Amore! Uno dei sentimenti più naturali che possiamo riconoscere nell’uomo, ma a volte potrebbe capitare che questo sentimento, apparentemente bello, diventi motivo di ansie e paure. È con il termine philofobia che indichiamo la paura di amare.La persona con questa paura irrazionale, può sviluppare delle vere e proprie ansie di fronte alla possibilità di legarsi sentimentalmente a qualcuno. La paura di amare si può manifestare come una vera e propria fobia in cui la persona mette in atto delle difese per evitare la situazione temuta, in cui la paura può (ma non sempre) essere riconosciuta come eccessiva e irrazionale.
Come molte altre fobie, anche per la philofobia si può parlare non tanto della paura dell’amore in sé, quanto piuttosto della paura che le conseguenze di questa condizione determinerebbero: paura di perdere il controllo sulla propria vita, sui propri comportamenti e sulle proprie emozioni. Come risposta a questa paura, la persona adotterà comportamenti che cercano di evitare la situazione e quindi, pur non negando il bisogno di stare con l’altro, andrà a cercare in maniera più o meno inconscia quelle relazioni che non porteranno a una situazione stabile e rassicurante, in cui è difficile definire un progetto a lungo termine o comunque si cercherà di guardare in modo esageratamente critico ai difetti dell’altro per giustificare il proprio allontanamento.
Ho aperto questo articolo dicendo che l’amore è uno dei sentimenti più naturali del mondo, ma avere una relazione con un’altra persona è una cosa difficile. Concedersi di amare, e di farsi amare, significa trovarsi in una condizione di continuo scambio con il partner, è un dare e ricevere che comporta una certa scopertura: significa che l’altro adesso è a conoscenza di quelli che sono i nostri difetti! Inoltre innamorarsi significa vivere continue emozioni che possono passare dalla gioia di stare con il partner, al trovarsi in disaccordo con questo e quindi tollerarlo un po’ meno. Non tutti, e specialmente le persone con dei tratti di tipo ossessivo, amano questi cambiamenti affettivi ed emotivi e non sono pronte a perdere il controllo su se stesse, e non saranno disposte a modificare o abbandonare quelle abitudini quotidiane che finora gli hanno permesso di vivere in modo “ordinato” e prevedibile. Amare è anche difficile perché significa scoprire delle parti di sé che prima si cercavano di nascondere o che non conoscevamo proprio. Insomma l’amore ci mette a dura prova!
Anche se dopo una storia finita male si pensa che l’amore non fa per noi assumendo un atteggiamento di rifiuto o allontanamento verso una nuova relazione, la philofobia non dipende esclusivamente da questo, ma ha aspetti analitici più profondi da rintracciare nelle prime relazioni con i genitori. In questi casi le relazioni sono state spesso conflittuali, e il figlio può essere stato svalutato e criticato nelle proprie capacità. La difficoltà di riconoscerne le potenzialità, fa sperimentare la paura di essere rifiutato o addirittura abbandonati dagli altri, e quindi fugge dalla relazione per evitare la delusione. Ma tutti abbiamo bisogno di sentirci approvati e riconosciuti come capaci in qualcosa, e non a caso i philofobici sono spesso persone che ottengono risultati molto positivi nell’ambito lavorativo.
Ci sono anche altri motivi che possono farci avere paura di innamorarci e di essere amati. Il nuovo amore potrebbe porci di fronte a delle ferite del passato, in quanto il nostro unico modo per sapere cosa ci potremmo aspettare è guardare indietro, e se questo passato è stato deludente non faremo altro che riattivare delle idee negative sulla nuova storia. Quindi possiamo allontanarci dall’intimità con l’altro per la paura di rivivere la perdita e il rifiuto.
Quanto valore diamo a noi stessi? Questa è una domanda che dovremmo porci se riconosciamo di avere paura di trovarci coinvolti in una nuova relazione. Il valore che attribuiamo a noi stessi dipende da quella voce interiore che ci rema contro, sviluppando credenze quali il non meritarci di essere felici. Il partner invece potrebbe essere quella parte esterna che contrasta la nostra voce interna, mettendoci di fronte tutte le nostre caratteristiche positive, ed è proprio di fronte a questa “contraddizione” che potremmo sentirci a disagio e difenderci.
Altro aspetto importante è la paura di crescere. Sì, perché creare una relazione stabile con una persona significa anche diventare individui autonomi e indipendenti, e quindi separarsi dalla propria famiglia d’origine, in modo reale o in modo simbolico.
Non è impossibile, anche se a volte difficile, uscire dalla paura di amare. Il primo passo da fare, come per molti altri disturbi, è riconoscere di avere un problema. Una volta che questo primo passo è stato fatto, impariamo a pensare e a pensar-ci.
Possiamo iniziare con il guardare alle nostre relazioni passate: perché è andata male? Quali sono i problemi che continuano a presentarsi? Quali paure mi hanno spinto a chiudere la storia precedente? Quali sono stati i comportamenti che hanno allontanato il partner? In questo modo possiamo riconoscere i comportamenti che utilizziamo in modo ricorrente, come dei copioni che si ripetono.
I pensieri negativi possono averti accompagnato per tutta la vita: “non sono all’altezza”, “nessuno è interessato a me”, “non sono abbastanza intelligente o bello”. Inizia a creare un pensiero alternativo rispetto a questo, anche se cambiare un modo di essere, che finora ti ha accompagnato, significa anche poter “rivedere” e “lasciare” una vecchia identità che, seppur sgradevole, ti ha fatto sentire al sicuro. Affrontare questa battaglia però ne varrà la pena!
Molti scappano dalle situazioni in cui ci si percepisce o si sa di essere più fragili e vulnerabili, soprattutto in amore. Quante volte abbiamo accolto consigli come “se vuoi farti desiderare, non farti sentire”. La nostra società in qualche modo ci insegna a non essere vulnerabile, perché sinonimo di fragilità/inferiorità. Ma in realtà amare ed essere amati non significa essere vulnerabili, ma è un segno di forza, perché significa ignorare quella voce negativa e critica che ti ha spinto verso l’isolamento. Accogliere le proprie “debolezze”, se così possiamo chiamarle, significa imparare a sopravvivere anche quando ci si fa male.
Se è vero che impariamo dall’esperienza, è anche vero che non tutte le esperienze sono uguali, ma soprattutto non tutte le persone lo sono.
Pensati come persona che merita di essere compresa, che può avere uno spazio all’interno della vita dell’altro.
Se con questi piccoli accorgimenti non riesci a superare la paura di amare allora inizia a prendere in considerazione l’idea di poter chiedere aiuto a uno psicologo.
Dott.ssa Cristina Lo Bue