Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità (DOCP) è una condizione psicologica che affligge una percentuale significativa della popolazione, ma che è frequentemente fraintesa o banalizzata. Da un punto di vista psicodinamico, il DOCP non si limita a manifestarsi con comportamenti esterni di ordine e perfezionismo, ma si radica in profondità nell’inconscio del paziente, condizionando non solo le sue relazioni interpersonali, ma anche il suo stesso concetto di sé. Questo articolo esplorerà il DOCP utilizzando la lente della psicologia dinamica, cercando di comprendere come le forze inconsce influenzino e determinino la natura di tale disturbo.
Il disturbo ossessivo compulsivo di personalità è caratterizzato da un pattern pervasivo di preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo e il controllo. Le persone affette da questo disturbo mostrano una rigida attenzione ai dettagli, le regole, gli elenchi e l’organizzazione, che spesso interferiscono con la loro capacità di essere flessibili e di vivere in modo soddisfacente. Sebbene molti possano identificare alcuni tratti di questa personalità come parte di un comportamento quotidiano (ad esempio, essere metodici o precisi), il DOCP si distingue per la sua intensità e il suo impatto debilitante nella vita quotidiana.
Le persone con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità sono eccessivamente accurati, e cercano di mantenere tutto sotto controllo attraverso schemi e programmi. Sono persone molto dedite al lavoro e lasciano poco o nessuno spazio alle attività ricreative, e se lo fanno provano disagio e anche i momenti di svago vengono vissuti come “doveri” e lavoro.
Possono essere molto rigidi con se stessi e le regole, perché sottomessi inconsciamente all’autorità e a ciò che da essa è rappresentata. Sono persone anche molto difficili con le quali stare, soprattutto in un ambiente lavorativo o amicale, in quanto il loro perfezionismo li porta a essere riluttanti a lavorare in gruppo , e perché vogliono che le cose siano fatte come dicono loro. Non accettano il punto di vista degli altri e non riescono a modificare i propri schemi e le proprie convinzioni.
Sono poco tolleranti alle manifestazioni di affetto, poco capaci a esprimere complimenti e a essere contenti in situazioni in cui gli altri sorriderebbero (per es. davanti a una sorpresa, in quanto non prevista e fuori controllo). Sono molto autocritiche ponendo degli standard agli altri e a se stessi. Non necessariamente presentano ossessioni e compulsioni contemporaneamente, ma anche separatamente: i primi vivono più nel loro mondo interno fatto di dubbi, i secondi più nei comportamenti esterni (esempio pulire e riordinare).
La psicologia psicodinamica, tuttavia, non si limita ad esaminare i sintomi esterni, ma si concentra sulle dinamiche interiori, quelle forze inconsce che influenzano la psiche dell’individuo. In particolare, si pone l’accento su meccanismi di difesa, relazioni oggettuali e fantasie inconsce che spesso stanno alla base del comportamento rigido e perfezionista dei pazienti affetti da DOCP.
Secondo la psicoanalisi freudiana il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità <<può avere origine nei primi conflitti diadici. Freud ha messo in relazione la testardaggine, la puntigliosità e l’avarizia dell’adulto ossessivo-compulsivo con i conflitti relativi all’igiene e ai bisogni evacuativi, ma un genitore controllante può anche creare situazioni di conflitto che ruotano attorno al mangiare, alla sessualità e all’obbedienza in generale. Gli individui ossessivo-compulsivi, evocativamente descritti da Reich (1933) come “macchine viventi”, sembrano essersi identificati con caregiver che si aspettavano fossero più maturi di quanto era possibile alla loro età>> (PDM, 2008).
Secondo la teoria psicodinamica, i meccanismi di difesa sono operazioni psicologiche automatiche che l’individuo usa per proteggersi da ansie e conflitti inconsci. Nel caso del DOCP, uno dei meccanismi di difesa predominanti è la repressione, che consente di ignorare o evitare conflitti emotivi intensi, specialmente quelli legati a sentimenti di insufficienza o incertezza. L’individuo con DOCP si rifugia nell’ordine e nella regolamentazione come mezzo per controllare l’ansia interiore che non può affrontare in modo diretto.
Il perfezionismo, un’altra caratteristica cardine del disturbo, può essere interpretato come un meccanismo di difesa che serve a proteggere il soggetto dalla sensazione di non essere all’altezza delle proprie aspettative interne o di quelle sociali. Questo perfezionismo è in realtà una reazione al sentimento di vergogna o di fallimento, sentimenti che il soggetto teme di non riuscire a gestire in modo adeguato. Attraverso il controllo e la costante cura dei dettagli, l’individuo tenta di evitare il dolore derivante dal fallimento.
Altri meccanismi di difesa, come la compensazione, sono anch’essi presenti. Ad esempio, una persona con DOCP può cercare di compensare un vissuto di frustrazione emotiva (dovuta a conflitti con figure di autorità, o tra i desideri e la realtà) mostrando una comportamento eccessivamente rigido e controllante, come se attraverso l’imposizione di un ordine esterno riuscisse a mantenere una certa stabilità psicologica interna.
Una delle chiavi per comprendere la genesi psicodinamica del DOCP sta nelle relazioni oggettuali infantili. Secondo l’approccio psicodinamico, le esperienze precoci con le figure genitoriali (specialmente con la madre e il padre) svolgono un ruolo cruciale nella formazione della personalità e delle sue patologie. Un aspetto centrale nel disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è la tendenza del bambino ad aver vissuto un ambiente in cui l’ordine e il controllo erano esigenti, e dove l’affetto e l’approvazione venivano percepiti come legati al rispetto di rigide regole comportamentali. Questo tipo di educazione, che non consente al bambino di esplorare liberamente la propria emotività e il proprio mondo interiore, può creare una personalità che si sente incapace di reggere il caos emotivo senza ricorrere al controllo esterno.
La figura paterna o materna, quando è particolarmente severa, inibente o critica, può dar vita a un’intensa ansia in un bambino che cresce con il timore di non soddisfare le aspettative. Se l’amore e l’accettazione venivano condizionati al rispetto delle regole, il bambino può iniziare a credere che solo attraverso l’ordine e la perfezione sarà in grado di guadagnarsi l’affetto, creando così un legame patologico tra prestazione e amore. Questo tipo di dinamica può favorire lo sviluppo del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.
Una delle caratteristiche più evidenti del DOCP è il perfezionismo, che va oltre una semplice ricerca di qualità e precisione. La persona con DOCP tende a fissarsi su standard irrealisticamente elevati, creando un circolo vizioso in cui ogni errore percepito porta a una maggior autocritica e alla convinzione di non essere mai “abbastanza buoni”. Dal punto di vista psicodinamico, questo perfezionismo nasconde un’inquietudine profonda legata alla fragilità dell’ego e alla paura di essere giudicati negativamente. La persona con DOCP teme di essere vista come inferiore, tanto da evitare qualsiasi situazione che potrebbe mettere in discussione la propria autostima.
Le ansie da abbandono possono anche giocare un ruolo importante. Il perfezionismo nel DOCP può essere una difesa contro il timore che, nonostante gli sforzi incessanti per “fare tutto perfettamente”, la persona non venga mai accettata completamente dagli altri. Questo è frequentemente legato all’esperienza di una bassa autostima o di una percezione distorta del sé che riflette le relazioni problematiche dell’infanzia.
Un’altra area di esplorazione psicodinamica riguarda le fantasie inconsce del paziente. L’individuo con DOCP può sviluppare complesse fantasie interne legate al controllo, all’ordine e al perfezionismo, che vengono a rappresentare un tentativo di sistemare il proprio mondo interno disorganizzato. Queste fantasie possono essere viste come una risposta a conflitti interni mai risolti, come quelli legati alla dipendenza dalle figure genitoriali o alla paura del fallimento.
Nel mondo psicodinamico, il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità viene anche inteso come un tentativo di mantenere un controllo assoluto sul proprio mondo psichico per evitare il ritorno di emozioni intense e incontrollabili, come la rabbia, la tristezza o il desiderio. Il perfezionismo e la rigidità, quindi, diventano il mezzo per difendersi dall’angoscia di una possibile esplosione emotiva.
Il trattamento psicodinamico del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità si concentra sull’esplorazione e la ristrutturazione delle dinamiche inconsce che alimentano il comportamento ossessivo e compulsivo. Attraverso un processo terapeutico approfondito, il paziente può iniziare a prendere consapevolezza dei conflitti emotivi non risolti, delle paure di abbandono e della bassa autostima che caratterizzano la sua psiche. L’obiettivo è di aiutare il paziente a sviluppare un senso di sé più flessibile e soddisfacente, che non dipenda dalla continua ricerca di perfezione e controllo, e di creare un più sano equilibrio tra ordine e caos emotivo. Sono pazienti collaborativi, fino a che il terapeuta inizia a esplorare il mondo emotivo-affettivo, verso il quale c’è una forte resistenza. In questi casi il paziente potrebbe mettere in atto un’opposizione interna caratterizzata da ritardi, opposizioni alle interpretazioni e mancati pagamenti, innescando una dinamica di potere. Non si esclude, in alcuni casi, l’utilizzo di una terapia farmacologica dopo una valutazione psichiatrica.
Fonti:
Dott.ssa Cristina Lo Bue