A quanti di noi non è mai capitato di abbuffarsi in un momento di noia, o di aprire il frigorifero senza avere effettivamente fame e mangiare quello che ci capita sotto gli occhi? Il cibo è sempre stato un modo per “regolare” le nostre emozioni e non è raro sentire dire che quando ci si sente tristi, si mangia di più. È risaputo che il cibo ha anche la funzione di riempire i nostri vuoti.
Però quando parliamo di disturbo di alimentazione incontrollata o Binge Eating Disorder (BED) parliamo di un disturbo specifico caratterizzato dal consumo compulsivo e costante di cibo molto velocemente.
Il Binge Eating è un disturbo serio, che si differenzia da alcuni momenti in cui chiunque può trovarsi a finire un pacco di patatine davanti a un film. Le persone affette da BED vanno letteralmente fuori controllo quando stanno mangiando; mangiano troppo e troppo velocemente, senza avere nemmeno fame. È per questo che una malattia correlata è l’ obesità. Queste persone infatti non mettono in atto delle strategie compensatorie che possono limitarne il peso (es. il vomito) come nel caso della bulimia. Di solito le abbuffate avvengono quando la persona si trova da sola, e viene assalita da un forte senso di colpa e di vergogna. Più l’aumento di peso è consistente, maggiore saranno i rischi per la salute.
Anche se l’obesità o il sovrappeso possono essere conseguenze del Binge Eating, è vero anche che si può avere un peso nella norma. Quindi il peso non può essere considerato un fattore diagnostico del Binge Eating. I sintomi del BED invece includono:
Le persone affette da BED, spesso non hanno neppure delle abitudini alimentari sane e regolari, possono quindi saltare i pasti, e/o mangiare fuori orario, compromettendo il regolare consumo di pasti e quindi determinando uno scombussolamento degli orari e dei momenti dedicati ai pasti.
Le cause specifiche del BED sono sconosciute, ma è possibile individuare dei fattori di rischio, che insieme determinano il disturbo alimentare.
Uno degli aspetti interessanti riguarda il genere: il disturbo è più comune nelle donne piuttosto che negli uomini, e si manifesta nella tarda adolescenza o nei primi venti anni di vita.
Una storia familiare in cui genitori e/o fratelli hanno avuto un disturbo dell’alimentazione.
Diete fallimentari pregresse troppe restrittive, che non concedono nemmeno una piccola “ricompensa” sottoponendo la persona a un forte stress psicologico.
La regolazione emotiva è la capacità di gestire e rispondere in modo efficace agli eventi quotidiani, influenzando il modo in cui la persona vive le emozioni e come le comunica. Ognuno di noi, in base alle proprie esperienze vissute soprattutto durante l’infanzia, utilizza delle strategie inconsapevoli per affrontare le situazioni difficili della vita. Nel caso del Binge Eating, le abbuffate hanno il ruolo di regolare le emozioni negative. Il cibo ha infatti una funzione regolatoria e soprattutto riempitiva del vuoto interiore che molte persone vivono: uno stomaco pieno è più soddisfacente e meno disturbante del vuoto interiore. È l’assenza di strategie adattive che non permette di regolare le emozioni negative diventando causa del problema.
Già molti anni fa, la psichiatra Hilde Bruch, famosa per i suoi studi sui disordini alimentari, ha rintracciato un importante collegamento tra alimentazione ed emozioni, in cui proprio le “forti” emozioni, spesso ingestibili, sono connesse a un eccesso di cibo. E infatti oggi siamo ormai sufficientemente certi che il BED può essere collegato ad alcuni disturbi psichici come i disturbi dell’umore e l’ ansia. Non è un caso infatti se l’umore depresso o i momenti di particolare stress anticipano le abbuffate. Anche la rabbia è un’emozione che ha un ruolo importante nel Binge Eating, infatti queste persone tendono a vivere un po’ nascoste, come se non riuscissero, o non si sentissero capaci di affrontare il confronto con l’altro. La rabbia è un’emozione come le altre, e anche se siamo abituati a nasconderla perché la società la demonizza, dobbiamo concederle il proprio spazio e la possibilità di esprimersi. Se la rabbia rimane dentro, non potrà che essere rivolta contro di sé, aumentando il senso di incapacità e di inefficacia, che aumentano il senso di inadeguatezza.
Come appena detto, le persone con BED utilizzano alcune strategie disadattive per affrontare e regolare le proprie emozioni. Un esempio di strategia disattiva è la soppressione, cioè le emozioni non sono espresse, ma comunque vissute in tutta la loro intensità. È una strategia efficace a breve termine, ma che fallisce a lungo termine, perché si avrà l’effetto opposto a quello desiderato, portando a sintomi psicosomatici.
Altra strategia è la ruminazione, cioè ripensare e rivivere più volte una situazione accaduta o anticipare qualcosa che dovrà ancora accadere, nel tentativo di comprenderla e risolverla. Queste strategie disadattive possono influenzare non solo il comportamento alimentare ma anche l’uso e abuso di sostanze.
È chiaro che un comportamento alimentare sregolato, non può che non avere delle ripercussione sul corpo e sulla mente. Le complicazioni del BED sono:
Se ti riconosci nei sintomi elencati o se senti che il tuo comportamento alimentare è problematico, è importante che ti rivolga a uno psicologo che insieme ad un dietologo e/o nutrizionista, possano aiutarti a regolare la tua alimentazione e soprattutto le tue emozioni grazie all’intervento psicologico. Cosa puoi iniziare a fare?
Cerca di consumare dei pasti in modo regolare, almeno tre pasti al giorno, evitando di ingerire tutto molto velocemente, e preferendo invece di gustare il cibo che mastichi. Quindi cerca di mangiare e basta cioè non guardare il cellulare o il tv mentre consumi i tuoi pasti.
Se segui una dieta fai in modo che questa non sia troppo restrittiva. Privarti delle cose che ti piacciono aumenterebbe i fattori di stress e finiresti per abbandonare la dieta, o di trasgredirla più volte. È importante infatti che ci sia un buon lavoro di squadra tra te, il tuo nutrizionista/dietologo e il tuo psicologo, per cercare di capire insieme se ci sono delle cose che nella dieta potrebbero essere inserite come piccoli premi.
Poniti limiti e traguardi ragionevoli, e non pretendere troppo da te stesso.
Evita di tenere in casa cibo spazzatura. Questo passo deve essere fatto già quando ti trovi all’ interno di un supermercato. Un piccolo consiglio è quello di andare a fare la spesa dopo che hai mangiato a casa, quindi dopo la colazione o dopo il pranzo, perché se hai fame sarai psicologicamente portato a comprare più cibo e anche più cibo “spazzatura”.
Non provare vergogna del tuo comportamento, accetta invece che hai bisogno di aiuto e che ci sono molti professionisti della salute mentale che possono aiutarti a vivere meglio con il tuo corpo e soprattutto con le tue emozioni.
Dott.ssa Cristina Lo Bue
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