L’ ansia da separazione si riferisce a un’ eccessiva paura o ansia per la separazione da casa o da una figura di attaccamento. È un disturbo che si sviluppa durante l’ infanzia e, se non trattata, può mantenersi anche nella vita adulta.
La dipendenza da una figura di riferimento (il caregiver) è un’ esperienza normale per il bambino, in quanto gli permette di esplorare l’ ambiente, con la sicurezza che può tornare in una base sicura che è quella del genitore. Si può parlare di ansia da separazione, quando superati i due anni di età, il bambino manifesta un’ ansia eccessiva rispetto all’assenza del caregiver. In ogni caso si parla di disturbo d’ ansia da separazione quando l’ansia è eccessiva rispetto all’età dello sviluppo del bambino.
I bambini con questo disturbo possono manifestare dei tipici comportamenti d’ ansia nel momento in cui si separano dal genitore:
Importanti studi sulle forme di attaccamento, sono stati svolti dallo psicoanalista John Bowlby quando riconobbe che qualunque forma di separazione, se a lungo termine, può potenzialmente portare a conseguenze negative nello sviluppo del bambino. È dalla relazione con il genitore che il bambino costruirà i M.O.I – Modelli Operativi Interni – ossia l’ insieme delle rappresentazioni di sé, degli altri e del mondo. I M.O.I. si formano durante l’ infanzia e accompagnano tutta la vita della persona, quindi un attaccamento ansioso, in cui il genitore non rappresenta una base sicura per il bambino, potrebbe favorire lo sviluppo del disturbo; o al contrario genitori iperprotettivi o troppo invadenti, potrebbero aumentare il rischio di sviluppare l’ ansia da separazione.
Inoltre è possibile rintracciare le cause anche in eventi traumatici che il bambino ha vissuto, situazioni di forte stress come la morte di una persona cara o anche di un animale domestico.
Rilevanti sono anche le situazioni in cui i genitori si separano perchè rappresentano per il figlio una forte condizione ansiogena.
Anche il modo in cui il genitore si relaziona al figlio può determinare il manifestarsi dell’ ansia. Quando un genitore è particolarmente preoccupato trasmette al bambino l’ idea che tutto ciò che è fuori casa è pericoloso, inibendo il senso di autonomia e il processo di individuazione, cioè la possibilità del bambino di differenziarsi dal genitore per esplorare il mondo da solo. Per cui gli altri, l’ estraneo, sono da mantenere lontani.
L’ aspetto più problematico dell’ ansia da separazione è che se non si interviene quando il bambino è ancora piccolo, questo disturbo potrebbe perdurare anche in età adulta rendendo difficile la vita della persona. Gli adulti con questo disturbo possono avere difficoltà, o eviteranno in tutti i modi, di viaggiare da soli, si preoccuperanno eccessivamente della salute dei propri genitori diventando eccessivamente controllanti e preoccupati per loro. Possono controllare eccessivamente dove si trovano i propri cari proprio per la paura che possa accadere qualcosa di grave.
Come nei bambini, anche gli adulti possono presentare dei sintomi somatici come tremore, sudorazione dovuta all’ ansia, ansia anticipatoria, incubi notturni, e pensieri continui e disturbanti rispetto all’ idea di perdere i propri genitori. In alcuni casi possono verificarsi delle vere e proprie crisi di pianto quando il pensiero diventa ossessivo. Quando si è adulti il trattamento migliore è la psicoterapia psicodinamica che permette di rintracciare le cause del disturbo per affrontare meglio la separazione.
Se l’ ansia non è eccessiva e non interferisce con le normali attività di vita quotidiana, è possibile mettere in atto dei piccoli accorgimenti per facilitare il processo di separazione.
Lascia il tuo bambino da solo in una stanza, magari mentre gioca serenamente. Fai quindi delle piccole prove in cui ti allontani e poi ritorni, per osservare la sua reazione e abituarlo alla tua mancanza.
Cerca di fare queste “prove” quando il tuo bambino è riposato e ha già mangiato, perché i bambini sono meno tolleranti allo stress se hanno fame o sonno
Mantieni le promesse. Se devi viaggiare o andare semplicemente al lavoro, rassicura il tuo bambino che ad un certo orario tornerai, e cerca di mantenere l’ orario previsto così lui si fiderà di te e di quello che gli dici.
Spiega qualunque cambiamento. Se per esempio dovete traslocare, viaggiare, o sei in procinto di separarti dal tuo partner, cerca sempre di spiegare a tuo figlio quello che sta accadendo, con sincerità e utilizzando un linguaggio semplice e comprensivo per la sua età di sviluppo.
L’ ansia è contagiosa, cerca di affrontare le situazioni in modo non esageratamente apprensivo soprattutto quando tuo figlio è con te.
Prepara tuo figlio al momento in cui deve andare a dormire. Quando i bambini sono sufficientemente “grandi” per dormire da soli, spesso sono i genitori che tendono a farli dormire con sé anche quando non ce ne sarebbe bisogno. Per esempio, un bambino di 4 anni è assolutamente pronto per dormire nella propria camera, sono spesso le ansie dei genitori a far sì che il bambino continui a dormire con loro. Accompagnalo serenamente nella sua camera, e leggigli una storia prima di addormentarsi, lasciandogli qualcosa di tuo, es. un indumento.
Cerca di essere un valido supporto emotivo per tuo figlio, e quindi fai in modo che ti comunichi le sue ansie e paure, e sii accogliente e comprensivo dando delle spiegazioni e rassicurazioni convincenti.
Supportalo nelle scelte, anzi dai proprio a lui la possibilità di scegliere ciò che vuole, come ad esempio quale giocattolo vuole portare con sé a scuola.
Cerca di iscrivere tuo figlio in una scuola in cui sia lui che tu possiate sentirvi più sicuri e che le maestre possano comprendere il disagio del tuo bambino. Chiedi alla scuola di concedere e tollerare se tuo figlio qualche volta arriverà più tardi, dato che sarà più difficile separarsi da te.
Altro suggerimento è chiedere alle maestre di permettere a tuo figlio di fare una breve
telefonata a casa (massimo una volta al giorno per due minuti), se si sente particolarmente ansioso.
Chiedi l’ aiuto delle maestre per favorire l’interazione del tuo bambino con i compagni, a volte è necessario che ci sia un mediatore in queste nuove interazioni.
Se nonostante questi accorgimenti tuo figlio continua a mostrare un’ elevata ansia nel momento in cui si separa da te e dall’ altro genitore, se preferisce stare con voi piuttosto che giocare con gli altri bambini, o se anche quando dopo questi consigli non vedi alcun risultato, inizia a valutare la possibilità che potresti rivolgerti a uno psicologo specializzato nella cura dei disturbi dell’ infanzia.
Le principali differenze tra ansia da separazione normale e disturbo d’ansia da separazione sono infatti le intensità delle paure del bambino e se queste paure permangono nelle attività quotidiane, come durante il gioco o mentre è a scuola. Questi bambini inoltre tendono ad anticipare e immaginare che possa accadere qualcosa di grave ai genitori, e anche questo li differenzia da un’ ansia normale che non presenta queste caratteristiche.
Dott.ssa Cristina Lo Bue
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