L’adolescenza è una fase dello sviluppo cruciale che segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta. è caratterizzata da una serie di cambiamenti significativi a livello fisico, emotivo, cognitivo e sociale. Questi cambiamenti contribuiscono alla formazione dell’identità e all’acquisizione dell’autonomia.
La costruzione dell’identità di sé (e del Sé) è probabilmente uno dei compiti psicologici più complessi. Secondo lo psicologo Erick Erikson il compito principale di questa fase dello sviluppo è l’identità vs la confusione di ruolo. L’adolescente deve affrontare delle “sfide” per arrivare alla costruzione della propria identità. E lo fa attraverso otto fasi psicosociali, ed in ogni fase la persona sperimenta un conflitto da risolvere. Se la fase si completa con “successo” e in modo adeguato, allora la persona potrà passare alla fase successiva acquisendo un senso di competenza, in caso contrario proverà un senso di inadeguatezza. Quella che a noi interessa, è la quinta fase che va dai 13 ai 21 anni. È proprio la fase dell’adolescenza, in cui la persona scopre la propria identità sessuale e un proprio ruolo sociale. È un’ importante fase che comporta anche la separazione dai genitori, che se finora erano i punti di riferimento, i modelli indiscussi (a volte associati a immagini infantili di onnipotenza), adesso diventano il gruppo (famiglia) da cui dissociarsi e trovare la propria identità in altri gruppi, quello dei pari. Separarsi è un momento sicuramente conflittuale e difficile non solo per l’adolescente, ma anche per i propri genitori, ma è anche un processo necessario per la costruzione di sé.
Ciò che forse più “spiazza” gli adulti di fronte a un figlio adolescente sono i cambiamenti emotivi che questo manifesta. Le emozioni degli adolescenti sono intense e mutevoli, ed è per questo che è anche un periodo in cui la persona sperimenta più ansia, stress o sintomi depressivi. I cambiamenti emotivi sono comunque naturali perché si fondano su fattori biologici, come i cambiamenti ormonali (accrescimento di testosterone ed estrogeni) e lo sviluppo cerebrale, in cui, in particolare, la corteccia prefrontale è in sviluppo, ed è responsabile degli impulsi e della regolazione delle emozioni. Per questo motivo gli adolescenti possono apparire impulsivi e privi di paure, mettendosi in situazioni anche pericolose, perché ancora le funzioni di controllo degli impulsi, inibizione dei comportamenti non appropriati, decisioni ponderate, empatia, non sono sufficientemente sviluppate per un’ immaturità della corteccia prefrontale.
Anche i fattori psicologici sono responsabili di questi cambiamenti emotivi, che dipendono dall’identità e autostima e dalle relazioni interpersonali.
Infine, fondamentali, sono i fattori sociali. Se ci pensiamo l’adolescenza è il primo momento in cui la persona si sperimenta da sola nella società. Iniziano le prime uscite (senza genitori) e l’adolescente non ha più quell’intermediario che finora è stato il genitore. È sicuramente un momento di tante scoperte positive, ma anche negative, perché l’adolescente dovrà affrontare pressioni legate alla scuola, all’accettazione del gruppo dei pari e le prime relazioni sentimentali. L’influenza dei media non agevola questo processo, che può infatti avere un impatto significativo sulle emozioni, sperimentando inadeguatezza, vergogna e differenza tra sé e ciò che il sociale propone.
Freud ha descritto l’adolescenza come una fase in cui i conflitti edipici dell’infanzia vengono riattivati. L’adolescente entra nella fase genitale dello sviluppo, caratterizzato dallo sviluppo dei desideri sessuali. Aumenta quindi l’energia libidica, e l’adolescente ha il compito di gestire e canalizzare le pulsioni sessuali in modo appropriato, scatenando spesso ansia e conflitto. Dovrà imparare a bilanciare le richieste dell’ Io (la coscienza che regola il comportamento) e del Super-Io (norme sociali e morale).
Un concetto centrale nella psicoanalisi dell’adolescenza è l’elaborazione del lutto per la perdita dell’infanzia. Gli adolescenti devono affrontare la realtà che la loro infanzia è finita e che devono assumersi nuove responsabilità e ruoli adulti. Questo processo può essere accompagnato da sentimenti di tristezza, perdita e nostalgia, ma è necessario per la crescita psicologica.
I disturbi mentali più comuni che possono manifestarsi durante l’adolescenza sono:
È importante notare che l’adolescenza è anche una fase di cambiamenti normali e di crescita, quindi non tutti i comportamenti tipici degli adolescenti sono indicativi di un disturbo mentale. Tuttavia, se un adolescente mostra segni di sofferenza significativa o alterazioni del funzionamento quotidiano a causa di problemi mentali, è importante cercare l’aiuto di professionisti qualificati, come psicologi o psichiatri.
Il supporto da parte della famiglia, degli amici e della comunità è fondamentale per il benessere psicologico degli adolescenti. Un ambiente di supporto può aiutare a mitigare i rischi e a promuovere un sano sviluppo emotivo e sociale.
Nella mia esperienza clinica, quando mi trovo davanti ad un adolescente, vedo un mondo complesso e meraviglioso allo stesso tempo. Un mondo fatto di paure, incertezze, insicurezze, ma anche di creatività ed emotività, che se ascoltate svelano unicità e ricchezza. L’adolescente è un adulto-bambino, che vuole semplicemente essere ascoltato e capito. Se vuoi aiutare tuo figlio o tua figlia adolescente riconnettiti con la tua parte adolescente…lo sei stato anche tu!
Dott.ssa Cristina Lo Bue